… che in italiano sono diventate sporchetette (come se fosse stata
una parola sola).
E qui comincia il nostro viaggio tra le traduzioni dei
romanzi di King in italiano, impresa in cui si sono cimentati diversi
traduttori, con maggiore o minore successo.
Carrie è il primo romanzo di King e il suo stile era ben
diverso da quello attuale. Più rozzo, forse, più diretto. Uno scrittore non
ancora convinto dei propri mezzi.
Questo stile è stato ben riprodotto da
Brunella Gasperini nel suo lavoro svolto per la Bompiani nel 1977, tre anni dopo
l'uscita americana.
Se state leggendo questo articolo, sicuramente avrete letto il libro, se non lo avete fatto, vi invito a farlo per due motivi: 1) è un gran bel libro, e nemmeno troppo grosso; leggero da leggere; 2) vi anticiperò diverse cose della trama, quindi state attenti!
E se avete letto il romanzo, saprete che si apre con la "parte
prima - doccia di sangue" (nell'originale inglese un secco "Blood Sport") che
inizia con un articolo di giornale in cui c'è un'aggiunta ("Non si hanno
commenti diretti") e una leggerezza: il nome della protagonista scritto come
"Carrie" fin da ora, mentre King, giustamente, lo riporta per intero (Carietta),
trattandosi di un articolo di giornale. Ben poca cosa comunque, abituati ormai
ad errori ben più gravi.
La traduzione della Gasperini va avanti per tutto
il romanzo mantenendosi fedele allo spirito e soprattutto al tono
dell'originale, adattando il suo italiano al ritmo di King, con un giusto
equilibrio tra schiettezza espositiva e volgarità controllata.
Tra i
personaggi, chi ha la peggio, in termini di resa, sono quelli che hanno un
linguaggio più colloquiale e diretto, come Billy Nolan e Chris Hangersen, l'uomo
del Kelly's e così via, e in alcuni passaggi iniziali, Miss Desjardin risulta
meno secca e autoritaria… ma sono limiti della nostra lingua e non della
traduttrice. Raramente l'originale è alleggerito e solo in un paio di occasioni
manca qualcosa rispetto all'originale. Pensiamo per esempio al crudo
passo in cui King ci schiaffeggia con gli scherzi subiti da Carrie in anni e
anni, beh, in italiano inizia più o meno così:
mentre l'originale inglese recitava:
mi sono preso la libertà di marcare con il grassetto la parte
mancante e segnarla con un * in italiano.
La domanda è… Perché?
Censura?
E come si spiegherebbe il fatto che quando King ci dice che la
Desjardin aveva vinto in una college archery competition in italiano ci
viene detto solo "Vinto in una gara universitaria…"?
Sono piccolezze, certo…
ma Perché?!
E, così come Carrie al posto di Carietta, più avanti Estelle Horan
è direttamente Stella e in molti altri punti riferimenti diretti di King alla
realtà americana vengono generalizzati. Quindi quando la stessa Stella si
accende la seconda Virgina Slim viene generalizzato in una seconda sigaretta e
quando assume "an odd pinched look, that is more like Lovecraft out of Arkham
than Kerouac out of Southern Cal", in italiano si dice che "la sua faccia prende
un'espressione diversa, tirata, angosciata, molto poco californiana."
Sintomi
di mancato rispetto nella cultura di base e capacità di entrare in una realtà
diversa dei lettori italiani? Una cosa che si potrebbe pensare della signora
Gasperini quando parla di "Clave da ginnastica" traducendo "Softball bats"!
Ma, come dicevo, sono piccolezze, così come lo sono 400 morti invece di 200
(ma era preveggenza giustificata in un libro sulla telecinesi, visto che lo
stesso King alla fine totalizza oltre 400 morti e 49 feriti) e la pressione
sanguigna a 190-200 invece di 190-100. Piccolezze che non ammazzano lo stile
globale di Carrie nella nostre lingua.
Piccole differenze e mancanze che non
ci devono lasciar distrarre da una realtà concreta: e cioè che il King del 1974
è vivo e presente nella versione italiana del suo primo romanzo!
Ma dobbiamo
parlare di merito della Gasperini o di demerito di King?
Non per essere ipercritico (la traduzione di Carrie non lo merita
affatto), ma vorrei sottolineare un ultimo punto prima di chiudere: laddove
King osa e si intravedono le ombre del suo futuro, la Gasperini non lo
segue. E non parlo solo dell'unico gioco di parole che in italiano non viene
mantenuto (durante la dichiarazione di parità delle due coppie durante il ballo,
l'annunciatore esclama al microfono "we've got a tie" e tra i mormorii di
risposta della folla, George Dawson ribatte "Polka dots or striped?" suscitando
le risate generali con il suo riferimento alle cravatte), ma di tutta la lettera
finale, quella firmata Melia, che in inglese è scritta in uno stile non solo non
letterario, ma zeppo di errori e caduto nello slang, che ricordano (o sarebbe
meglio dire anticipano) la parlata di tanti personaggi del futuro
kinghiano.
La Gasperini sarebbe quindi stata capace di rendere lo stile
diretto e colloquiale di Dolores Claiborne? Avrebbe mantenuto la poesia
di Hearts in Atlantis?
Ovviamente non c'è una possibile risposta a
questa domanda… limitiamoci a ringraziare per questa buona traduzione di
Carrie.
Inside View © 2000 All rights reserved. | Numero 1 - 15 Luglio 2000 |